Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il Bando IPCEI sulla microelettronica. Un miliardo di euro a fondo perduto per le imprese. I progetti devono essere presentati entro l’11 settembre.
Il secondo bando IPCEI sulla microelettronica è stato pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico e ha l’obiettivo, condiviso dalla Presidenza tedesca di turno della Ue con gli Stati membri, di aumentare la sicurezza e la sostenibilità della componentistica microelettronica in Europa favorendo l’integrazione e la produzione di soluzioni a supporto dell'industria europea attraverso nuove tecnologie 5G e 6G, nuovi algoritmi di sicurezza dei sistemi di telecomunicazione e nuove attrezzature e processi di alta qualità da produrre in Europa. Lo ha reso noto lo stesso Ministero con un Comunicato Stampa del 24 agosto 2020 pubblicato sul sito istituzionale del MISE (il Ministero dello Sviluppo Economico).
La nascita dei Fondi IPCEI
I Fondi IPCEI (Important Projects of Common European Interest) non sono nati con il COVID-19. Nel 2014 una Comunicazione della Commissione europea creava per questo tipo di progetti una corsia speciale, con la possibilità degli Stati partecipanti di vedere autorizzati consistenti aiuti di Stato in supporto a investimenti privati. Gli importanti progetti di comune interesse europeo sono finanziati con aiuti di Stato, disciplinati dalla Comunicazione della Commissione (2014/C 188/02), che consentono di riunire conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici di tutta l'Unione, al fine di ovviare ai gravi fallimenti sistemici o del mercato e alle sfide sociali che non potrebbero altrimenti essere affrontati. Essi sono intesi a favorire la collaborazione tra settore pubblico e privato per intraprendere progetti su larga scala che apportano vantaggi significativi all'Unione e ai suoi cittadini.
Si tratta di un progetto di importanza strategica per l’Unione europea. La Commissione Europea ha infatti introdotto lo strumento degli IPCEI, con lo scopo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo comunitari, favorire la competitività nei confronti dei grandi competitors internazionali (Cina, USA, ecc.) e permettere all'Unione Europea di rimanere o imporsi quale leader industriale a livello mondiale in alcuni settori e filiere tecnologiche strategiche.
Tuttavia alle buone intenzioni non è seguita una corrispondente efficace concretizzazione. È servito infatti più di qualche anno perché Francia, Germania, Italia e Regno Unito notificassero, nel 2018, il primo progetto congiunto, nel campo della microelettronica. Il primo IPCEI sulla microelettronica era volto a mettere a punto tecnologie e componenti innovativi che potessero essere integrati in un'ampia gamma di applicazioni a valle, relativi all'ambito dell'internet e degli autoveicoli interconnessi e senza conducente. Il progetto era incentrato su cinque diversi settori tecnologici:
- chip efficienti sul piano energetico,
- semiconduttori di potenza,
- sensori intelligenti,
- attrezzatura ottica avanzata
- sviluppo di nuovi materiali compositi.
Per l’Italia in particolare l’aiuto autorizzato era di 800 milioni. Con la legge di bilancio 2019 il governo ha però stanziato solo una parte, 410 milioni poi impegnati completamente per iniziative nei cinque campi suddetti, iniziative tutte affidate a STMicroelectronics e Fondazione Bruno Kessler.
I Fondi IPCEI in corso
In un secondo momento ha avuto avvio il primo IPCEI batterie, che aveva ad oggetto i progetti innovativi incentrati sulla catena del valore delle batterie, ovvero la produzione, il riciclaggio o il riutilizzo di celle e batterie. Gli obiettivi sono il rilancio dell'industria e del suo indotto, la riduzione dell'impatto ambientale e la crescita dell'innovatività. Il Fondo in questione è infatti uno degli strumenti più importanti con cui la Commissione Europea sostiene la European Battery Alliance (EBA) - l'iniziativa della UE che ha avuto inizio nel 2017, con l'obiettivo di unire gli sforzi dei paesi e delle aziende europee per costruire una forte industria europea delle celle e delle batterie. L'obiettivo della Commissione europea e della strategia industriale europea era quello di rendere l'UE un leader mondiale nel campo dell'economia circolare a emissioni zero. Una delle dimensioni chiave della transizione verso una mobilità pulita è mantenere la competitività globale del settore automobilistico europeo sviluppando la capacità industriale in Europa per l'intero ciclo di vita di celle e batterie. Queste competenze nel XXI secolo sono (e ancor più saranno) di importanza economica strategica e coprono aree dalla produzione di materie prime, allo sviluppo e alla produzione di celle e batterie, al loro riutilizzo e riciclaggio. Nell’immediato il Fondo va nella direzione di consentire la ripartenza del settore dell'Automotive (che pesa per oltre il 10% sul PIL italiano) al termine della complicata fase di emergenza sanitaria attuale, che porterà inevitabilmente a una crisi economica per l'intero Paese. Si stima che il valore di questo mercato in Europa nel 2025 raggiungerà circa 250 miliardi di euro.
Il primo Ipcei sulle tecnologie collegate allo sviluppo di batterie innovative, approvato dalla Commissione europea, nel dicembre 2019 comporta per l’Italia un aiuto di Stato pari a 572 milioni.
Ad oggi, inoltre, l'Italia partecipa ad un secondo IPCEI batterie (denominato EUbatln) in corso di autorizzazione dall'esecutivo europeo (entro novembre 2019 la Commissione europea dovrebbe giungere alla sua approvazione) e che per l’Italia vale ulteriori 600 milioni. I due IPCEI batterie, una volta operativi realizzeranno un salto tecnologico che consentirà all’ Europa di assumere la leadership mondiale nella produzione di veicoli a trazione elettrica e nello stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.
A seguire, è in fase di costruzione un nuovo IPCEI nel settore degli usi industriali dell'idrogeno, del quale l'Italia ha concrete possibilità di assumere la leadership. Infine, l'emergenza COVID ha accresciuto l'eventualità di possibili iniziative analoghe in altre catene del valore strategiche (e.g. "salute intelligente").
Nelle more è invece stato varato il secondo IPCEI sulla microelettronica, fortemente voluto dalla Germania.
La proposta di un secondo IPCEI sulla Microelettronica, infatti, era stata recentemente condivisa dalla Germania, che ha assunto dal 1 luglio 2020 la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, con gli Stati membri.
Queste significative accelerazioni sul fronte europeo hanno spinto il governo, con la legge di bilancio 2020, ad estendere ai futuri IPCEI l’ambito di operatività del Fondo nato inizialmente solo per la microelettronica.
Ma in quella sede il Mise otteneva solo 100 milioni a fronte di una richiesta iniziale di 1,2 miliardi per il periodo 2020-2027.
L’Italia, con un invito a manifestare interesse presentando progetti di investimenti privati, ha già raccolto numerose adesioni potenziali. Per il primo IPCEI batterie ad esempio il Mise aveva citato tra gli altri Fca, Enel, Terna, Seri group. Per il secondo IPCEI batterie ci sarebbero già una dozzina di imprese interessate. Il problema, spiega uno dei tecnici che lavora al dossier, è che come già accaduto in altri Paesi europei non si può escludere che chi si candida sull’onda dell’entusiasmo si ritiri impantanandosi in procedure che sono troppo onerose sia in termini economici sia in termini di lavori preparatori. Un discorso che vale soprattutto per le piccole e medie imprese, che dovrebbero agganciarsi al treno della filiera tecnologica ma rischiano di non avere né struttura né mezzi per affrontare programmi particolarmente complessi anche nella fase gestionale e organizzativa.
Eppur si muove: il bando del MISE mette a disposizione 950 milioni.
L’Italia, seppur con un po’ di ritardo, accelera sui grandi progetti europei d’interesse comune e prova a finanziare la partecipazione ai grandi progetti europei di interesse comune, una buona opportunità per promuovere delle filiere made in Italy nelle tecnologie più innovative, aggregando attorno a un caposquadra più imprese. Dopo qualche tentativo a vuoto, il ministero dello Sviluppo economico è riuscito a ottenere 950 milioni all’interno del decreto agosto. Probabilmente non bastano, ma sbloccano una parte del lavoro avviato. "Investire nei progetti IPCEI sulle catene di valore del futuro, è uno dei pilastri centrali della strategia di sviluppo portata avanti dall'Italia insieme agli altri Stati membri della UE", sottolinea il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. "L'obiettivo è quello di favorire la crescita economica nazionale ed europea, attraverso una maggiore competitività delle imprese e l’applicazione delle nuove tecnologie ai processi produttivi in settori strategici quali la microelettronica, le batterie e l’idrogeno.”
Il comma 6 dell'art. 60 del decreto di agosto incrementa dunque la dotazione del Fondo IPCEI di 950 milioni di euro per l’anno 2021, per far fronte all'esigenza di rilancio degli investimenti post emergenza COVID, potenziando il suddetto Fondo rifinanziandolo adeguatamente, per consentire alle imprese italiane di partecipare, assieme ai players degli altri Paesi europei, alla realizzazione dei progetti, potendo contare sul sostegno assicurato dal predetto Fondo. La somma è di tutta rilevanza ma, a conti fatti, i 950 milioni stanziati potrebbero bastare per completare la dote sulla microelettronica e finanziare in parte il primo progetto IPCEI batterie. Tuttavia bisognerà poi trovare nuove risorse per il secondo progetto IPCEI batterie e per i futuri progetti che riguarderanno le altre catene strategiche del valore individuate da Bruxelles, cioè tecnologie e sistemi a idrogeno, auto “verde” e autonoma, salute intelligente, industria a bassa emissione di carbonio, internet delle cose nell'industria, sicurezza informatica, proprio quei progetti su cui l’Italia potrebbe giocare un ruolo fondamentale.
Il comunicato stampa del MISE del 24 agosto precisa che entro l'11 settembre 2020 le imprese potranno manifestare il proprio interesse ma limitatamente al secondo progetto IPCEI sulla microelettronica. Il nuovo invito a manifestare interesse ha lo scopo di individuare gli attori che potrebbero essere interessati a partecipare ad un progetto che potrebbe essere finanziato con un IPCEI.
Il bando: le condizioni di partecipazione
Il bando disciplina le modalità e i criteri con cui dovranno essere indicati l'ubicazione dell'investimento, i costi ammissibili, le caratteristiche principali, nonché la data di inizio e di fine del progetto. Il progetto proposto dall'impresa non è accompagnato da alcun sostegno finanziario: il progetto proposto dall'impresa potrà essere finanziato dalle autorità italiane solo se entrerà a far parte di un IPCEI nell'ambito di questa iniziativa, e in ogni caso ove considerato di rilevante interesse nazionale. Tre i requisiti indicati dal ministero per poter partecipare:
l'azienda interessata a partecipare a questo secondo IPCEI deve far parte della Catena strategica di valore – CSV - microelettronica (dalle materie prime necessarie per la fabbricazione del prodotto al riciclaggio dello stesso) per una produzione industriale innovativa e rispettosa dell'ambiente in Europa.
deve proporre un progetto d'investimento in Italia.
Il progetto deve riguardare congiuntamente la R&S e la prima fase di sviluppo industriale di nuove tecnologie sviluppate nell'ambito dell'IPCEI.
L’azienda che riuscisse ad entrare all’interno di un IPCEI dimostrando la bontà della propria proposta e la sua rilevanza in termini di interesse nazionale, potrebbe accedere a finanziamenti che arrivano anche al 100% dei costi ammissibili (i costi ammissibili sono quelli elencati nell'allegato alla comunicazione della Commissione sui criteri per l'analisi della compatibilità con il mercato interno degli aiuti di Stato destinati a promuovere la realizzazione di importanti progetti di comune interesse europeo - GUCE del 20.6.2014, C 188/4) entro i limiti del funding gap.
Leggendo il bando emergono ulteriori condizioni:
il primo sviluppo industriale si riferisce alla transizione da impianti pilota a impianti su larga scala o alle prime attrezzature e impianti del loro genere che coprono le fasi successive alla linea pilota, compresa la fase sperimentale, ma le fasi di produzione di massa e le attività commerciali non sono ammissibili;
il progetto deve presentare forti innovazioni rispetto allo stato dell'arte mondiale nel settore;
l'azienda deve fare parte di una partnership dinamica;
l'impresa deve impegnarsi a diffondere le nuove conoscenze acquisite nell'ambito dell'opera finanziata al di là dei suoi clienti e fornitori; l'IPCEI deve consentire un'ampia diffusione delle conoscenze acquisite, protette o meno da un titolo o da un diritto di proprietà intellettuale. La diffusione avverrà anche al di fuori dei partner del progetto in tutta l'Unione europea. I meccanismi di diffusione delle conoscenze devono essere dettagliati. I risultati protetti da titoli o diritti di proprietà intellettuale saranno diffusi a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie;
le società di nuova costituzione sono potenzialmente ammissibili, nel qual caso la domanda deve essere presentata dai futuri azionisti;
l'impresa non deve essere oggetto di un'ingiunzione di recupero di aiuti di Stato giudicati illegittimi e incompatibili nell'ambito di una decisione della Commissione europea;
l'impresa non deve essere in difficoltà secondo la definizione degli orientamenti della Commissione europea sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà ((2014/C 249/01) articolo 2, paragrafo 2, punto 2);
Il progetto tecnico dell'impresa deve essere cofinanziato dall'impresa beneficiaria e può anche essere cofinanziato con fondi europei.
La presentazione
Le imprese che intendono manifestare il proprio interesse dovranno presentare via PEC all’indirizzo dgpiipmi.div05@pec.mise.gov.it entro il giorno 11 settembre 2020: il documento allegato "scheda di presentazione del progetto" sommariamente compilato (almeno i paragrafi 1, 2, 3, 4, 5, 6.1 e 7.1), indicando l'ubicazione dell'investimento previsto, le caratteristiche principali del progetto, i costi ammissibili, la data di inizio e di fine del progetto.
Il progetto di Unione Imprese Italiane è stato pensato prima che si verificasse l’emergenza causata dal virus COVID-19 con la finalità di essere un sostegno e un aiuto alle imprese.
A Maggior ragione dopo che il sistema economico italiano è stato duramente provato dall’attuale emergenza, Unione Imprese Italiane ha voluto dare il proprio contributo allo sforzo di risollevare il sistema produttivo del Paese e le aziende che ne rappresentano la spina dorsale. Pertanto ha deciso di ridurre il già contenuto costo dell’iscrizione (euro 300,00 annue) ad un contributo simbolico.
Per tutto il 2020 le imprese italiane potranno associarsi versando solamente la somma di 100,00€ (invece di 300,00€). L’iscrizione del 2020 varrà anche per il 2021. Un modo concreto per essere accanto alle Imprese in queto momento difficle.